cristina bizzarri
- 20/07/2022 13:51:00
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Un ritratto che è un capolavoro di sfumatute, infinitesimali e apparentemente invisibili dettagli. Più che di psicologia mi sembra trattarsi di un tipo di psicoanalisi innata, intuitiva e logica. Una sorta di mistica dello sguardo proustiano, che va ben oltre i dogmi convenzionali e stratificati di una mercantile comune morale, giungendo a toccare il fondo abissale della mente e del carattere, con le sue variazioni di emozioni e sentimenti. E tutto questo senza giudizio - ça va sans dire - ma con lo stupore unito alla perizia geniale di chi vede e coglie negli essere umani ogni battito e vibrazione. Dunque il mascheramento di Legrandin, il suo sforzarsi buffo - ridicolo per chi va oltre le apparenze - e maldestro potrebbe essere paragonato a una visione mistica, allaprirsi oltre le tre dimensioni dello sguardo. Immenso Proust.
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